L’autunno posava sfiancato le sue spoglie,
cedendo il passo al compagno incupito.
Fissandomi, tenebroso e smarrito,
s’inerpicava al di là delle mie noie.
Lo scorsi un giorno, nel nero della foresta,
ove la voce sua si fa sibilante e grottesca.
Carezzava un coniglietto col suo sguardo ombroso,
era una candida creatura, dal manto di velluto,
sui riccioli d’autunno saltellava radioso,
e nei suoi piccoli occhiettini era tessuto
il riflesso d’un amore soave e prezioso.
Esili zampette, un bianco ciuffetto,
orecchie vispe, un musetto perfetto.
Balzandomi incontro, saltò sul mio petto
sentì il suo calore, nel mio gelido tormento,
ed ogni ansia e dolore sì tramutò in speranza
si sfaldò, origine d’una danza che avanza in me
mi acquieta, mi da forza, riduce la distanza
fra ciò che sono e l’angelo di cui hai bisogno
per custodire te, renderti orgoglio
schermarti delicatamente tra foglie d’acanto
Avvolgimi dentro te soltanto.
Potessi riempirmi di te,
diverrei ciò che sono sempre stato.
Dedicato a Francesca ♡
